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Test immunoenzimatico: a che cosa serve? Quanti tipi ce ne sono?

Un test immunoenzimatico serve per indagare sulla presenza o meno di uno specifico anticorpo o di antigeni all’interno di un campione di sangue.

Il test serve per indagare se vi è stata o meno una determinata infezione.

L’esecuzione del test si basa sull’utilizzo di un anticorpo o di un antigene, che si legherà con il sangue se presente. Pertanto, se si utilizza un antigene, il fatto che questo si leghi con un particolare anticorpo sta a significare che nell’organismo vi è stata un’infezione, e che il sistema immunitario ha sviluppato una reazione contro quel determinato agente patogeno.

Dei test immunoenzimatici fanno parte il test ELISA, ELFA e MEIA.

Test Immunoenzimatico: ecco i diversi tipi

I test immonoenzimatici sono di tre tipi: il test ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay), il ELFA (Enzyme Linked Fluorescent Assay), e il test MEIA (Microplate Enzymatic Immunoassay).

Il primo serve per individuare eventuali infezioni (come per esempio quella da HIV), o le intolleranze alimentari. Il test ELFA, invece, permette di individuare gli antigeni legati ad eventuali anticorpi, attraverso la tecnica della chemiluminescenza. Il complesso antigene, anticorpo, quindi, lo si individua attraverso le variazioni di colore di queste cellule.

Il MEIA, invece, è un tipo di screening che evidenzia la presenza di anticorpi o meno attraverso le reazioni chimiche di queste sostanze.

Test Immunoenzimatici: a cosa servono

Un Test immunoenzimatico serve per indagare sulla presenza di un determinato antigene o di un anticorpo all’interno di un organismo.

Viene utilizzato per esempio per rilevare l’infezione da HIV, oppure in caso di malattie autoimmuni. I test permettono anche di capire se vi è stata in passato, oppure è ancora in atto, una determinata infezione virale, o batterica.

Nello specifico, questo metodo di analisi può essere adottato per l’indagine di tutte le malattie virali, batteriche, fungine, per le intolleranze alimentari, per allergie, e per alcune malattie autoimmuni.

Come funziona

Tutti e tre i test sono accomunati dal principio che, per individuare l’eventuale malattia, ci deve essere un legame all’interno del campione tra antigene e anticorpo.

Immettendo, infatti, all’interno del campione uno di questi due, la cellula bersaglio risponderà legandosi a questa. Tuttavia, se all’immissione dell’antigene, o dell’anticorpo all’interno del campione, non vi dovesse essere nessuna risposta immediata, allora si potrà dedurre che l’organismo non abbia quella determinata patologia.

Il test viene utilizzato nel campo della biochimica, riconosciuto dalla medicina tradizionale. Questi tipi di test vengono, infatti, utilizzati normalmente come strumento di rilevazione di alcune malattie.