Ricerca sul cancro, ecco un’ulteriore arma contro i tumori

La guerra contro le malattie oncologiche continua ogni giorno e su più fronti. È fatta da tanti ricercatori ed importanti istituti, che non solo offrono pure interessanti borse di studio, come ad esempio il Sergio Lombroso Program, clicca qui per avere maggiori informazioni al riguardo, ma individuano e sviluppano nuovi strumenti per la lotta contro tali gravi patologie, che colpiscono migliaia di persone ogni anno nel nostro Paese. E proprio in Italia se ne sta sviluppando un ulteriore contro i tumori, vediamo cos’è e come funziona.

Un aiuto importante proveniente dalla ricerca genetica

Rappresenta una tecnica davvero innovativa per combattere il cancro e proviene dalla ricerca genetica. Un team di specialisti, infatti, è riuscito a trasformare delle cellule che i tumori attaccano facilmente in ottimi mezzi portatori di “bombe” antitumore. Il gruppo di studiosi, dell’Istituto San Raffaele di Milano e di un’università australiana, è intervenuto sulle staminali ematopoietiche, da cui si originano le cellule del sangue, in maniera da trasformare i macrofagi e far produrre interferone alpha nell’area tumorale.

Questo genere di interferone rappresenta una molecola prodotta solitamente dall’organismo umano per fronteggiare delle infezioni, ma evidenzia anche una considerevole attività antitumorale. Lo studio in questione ha utilizzato dei “corrieri”, in pratica dei virus resi inoffensivi, già noti per essere stati adoperati per combattere gravi patologie genetiche nei bambini. Ma come funziona nel nostro organismo quest’arma sviluppata nella ricerca sul cancro?

Il funzionamento dell’interferone alpha contro il cancro

L’interferone alpha viene inserito nel corpo del paziente, tuttavia questa rappresenta una molecola che uccide le cellule tumorali ma è tossica e quindi non può essere somministrata attraverso le modalità comuni. Di conseguenza, per distruggere soltanto le cellule colpite dal cancro, il virus-corriere viene modificato, in modo tale che il gene procede ad attivarsi soltanto in uno specifico genere di cellule del sangue, i cosiddetti moniciti-macrofagi, usati di solito dal tumore per crescere e svilupparsi.

Da qui, l’interferone può accumularsi soltanto nell’area tumorale e potrà combattere il cancro dall’interno, ma senza presentare i suoi effetti tossici per il resto dell’organismo del paziente. Al momento, questa tecnica è stata utilizzata sperimentalmente nei topi, tuttavia necessita di ulteriori studi per verificare quali tipologie di tumori potranno beneficiare meglio di tale innovativa terapia genica. Successivamente, nell’arco di qualche anno, si potranno effettuare le dovute sperimentazioni cliniche.

Nella lotta contro il cancro, come si può notare, si stanno intraprendendo diverse strade nuove e promettenti, tra cui anche quella della terapia genica e quindi nell’uso della genetica, sia nell’ambito della terapia appunto che in quello altrettanto importante della prevenzione. Col tempo, dovrebbe esserci miglioramenti considerevoli e costanti in tali ambiti, così da dare nuove speranze di vita a coloro vengono colpiti da queste gravi patologie.