Surrealista

Pittore surrealista: cosa c’è da sapere su Salvador Dalì? Quali sono le sue opere più note?

Salvador Dalì fu un famosissimo pittore, scultore, fotografo, designer e sceneggiatore spagnolo. Nacque a Figueres l’11 maggio del 1904, e morì nel 1989.

Biografia di Salvador Dalì

Dalì fu un abile disegnatore e pittore surrealista, celebre perle le sue opere bizzarre, che rispecchiavano in pieno la corrente di appartenenza.

Fu un uomo di gran talento, che trovò successo in svariati ambiti: non solo nella pittura quindi, ma anche nel cinema, nella scultura, nella fotografia, e come designer. Collaborò con artisti di ogni settore, e dimostrò di avere una grandissima immaginazione.

Frequentò la scuola dell’arte, e dal 1922 studiò all’Accademia de San Fernando. La sua prima illustrazione fu pubblicata nel 1924, fatta appositamente per l’edizione in catalano del poema “Les bruixes de Llers”. Il libro era di un suo compagno di studi che si credette in lui quando ancora era sconosciuto.

Fin da giovane si accostò al movimento Dadaista, che lo influenzò per tutta la vita. Cominciò a stringere amicizie importanti, che lo portarono alla notorietà.

Nel 1926 fu espulso dall’Accademia a causa della sua presuntuosità. In fase di esami, infatti, dichiarò che nessuno era degno di esaminare uno come lui.

Già la sua maestria era evidente con l’opera realista “Cesto di Pane” dipinto nello stesso anni.

Negli anni successivi incontrò Picasso e Mirò, dai quali si fece influenzare per le opere successive. Si fece crescere dei vistosi baffi, e cominciò a lavorare alla sua figura eccentrica che lo avrebbe portato al successo.

Collaborò con Buñuel alla realizzazione del cortometraggio Un chien andalou, e nel 1931 dipinse le sue opere più famose come “la persistenza della memoria“.

Nel 1938 partecipò all’Esposizione internazionale surrealista di Londra.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trasferì negli Stati Uniti, e tornò in Catalogna solo nel 1951. Il suo successo proseguì anche negli ultimi anni della sua vita, lavorando a numerosi cortometraggi. A questi si aggiungono notevoli lavori come: “La stazione di Perpignan”, e “Torero Allucinogeno”.

Il Simbolismo di Dalì

Dalì per tutta la sua vita si servì del simbolismo nelle sue opere.

Basti pensare alla sua opera più famosa “la persistenza del tempo”, in cui gli orologi molli si riferiscono alla teoria di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso.

Le idee gli venivano all’improvviso, infatti, secondo quanto dichiara l’artista, l’idea degli orologi molli gli venne all’improvviso in una calda giornata d’agosto, mentre osservava un pezzo di formaggio Camembert che si scioglieva e gocciolava, diventando quindi immangiabile nonostante fosse passato poco tempo.