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Leggi di Ohm: che cosa sono? Chi e quando le ha formulate?

Ogni elemento che abbiamo a disposizione: acqua, peso, elettricità, etc… ha una propria scala e tabella di misurazione, solo così riusciamo a capire quanto ne stiamo usando o quanto ce ne occorre.

Ogni tabella è stata creata con attenzione e seguendo le regole della matematica e anche della fisica e per risolvere a volte alcuni problemi bisogna ricordarsi di queste tabelle e seguire le formule giuste per fare in modo che i risultati siano sempre giusti.

Oggi parleremo delle leggi di Ohm, nome particolare che di sicuro conosceranno chi ha studiato matematica all’università o nei licei scientifici.

Ecco cosa sono, quante sono e soprattutto chi le ha inventate e scoperte.

Che cosa sono?

Le leggi di Ohm sono delle formule matematiche che aiutano a capire e a descrivere il legame tra grandezza ed uso delle varie varianti delle correnti elettriche.

In questo caso si parla di tre fattori indispensabili:

  • corrente,
  • tensione,
  • resistenza.

Le diverse formule matematiche riguardano questi tre elementi ed ognuna di questi ha una definizione specifica:

  • corrente: è l’intensità delle cariche elettriche che percorrono uno o vari conduttori;
  • tensione: è la differenza di un punto potenziale rispetto ad un altro, per capirne la potenza viene espresso in Volt;
  • resistenza: è invece un ostacolo che la corrente incontra durante il suo percorso, se esso sarà bassa la corrente l’attraverserà in modo semplice e facile, invece se l’ostacolo sarà alto difficile allora la corrente incontrerà varie difficoltà per superarla.

La formula in questione è la seguente V= RI.

La lettera I, in questo caso, è il nome con cui viene indicata la corrente che attraversa il conduttore, la letta V indica la differenza di potenziale e la lettera R la resistenza.

C’è anche da aggiungere che nel sistema internazionale di unità di misura la corrente, oltre ad essere misurata in Volt, va anche misurata in ampere, in questo caso la legge di Ohm aiuta a capire che R (la resistenza) è sempre costante qualunque sia l’indipendenza della corrente.

Gli elementi che ostacolano la Resistenza sono i seguenti elementi:

  • la sua lunghezza,
  • la superficie della sezione,
  • la temperatura,
  • il tipo di materiale.

Le leggi di Ohm sono due e aiutano a capire se un materiale può risultare un buon materiale oppure una buona fonte di conduzione della corrente elettrica soprattutto se questi materiali sono solidi.

La seconda legge di Ohm indica che se un filo metallico contraddistinto da un’area traversale ( A ) e da una lunghezza ( I ) allora il filo in questione è proporzionato alla sua lunghezza anziché alla sua area, ma dipende anche dal materiale con cui è fatto il filo e dalla sua temperatura in metri.

La formula è la seguente: R ( V ) = p I / ( A ) A.

Chi e quando le ha formulate?

L’inventore di queste due leggi di Ohm furono create e studiate attentamente da Georg Ohm, un fisico e matematico tedesco nel 1827.

Molto prima di lui, nel 1781, già qualcun altro però aveva iniziato questi studi sull’elettricità, il chimico Henry Cavendish fece i primi esperimenti utilizzando la bottiglia di Leida: bottiglia di vetro circondata sia dentro che fuori da sottili strati di fili metallici che permettevano lo studio ed il funzionamento dell’elettricità.

Riuscì a misurare la corrente utilizzando varie soluzioni saline ed annotando i vari cambiamenti di shock che avvenivano durante i suoi esperimenti e studi.

Egli scoprì che la corrente ( I ) era proporzionata in base al grado di elettrificazione, ovvero la differenza di potenziale (tensione), ma non riuscì a comunicarlo alla comunità scientifica.

Per i suoi studi Ohm utilizzo una pila di Volta (inventata da Alessandro Volta) e riuscì a capire i vari funzionamenti di questi elementi dell’elettricità.